Biografia

Il lavoro di Giovanni Kronenberg (Milano, 1974, vive e lavora a Milano) si compone prevalentemente di disegni e sculture: manufatti e reperti naturali insoliti o rari – rocce e pietre, minerali e cristalli preziosi, corna, ossa, pellicce, spugne marine e uova di struzzo – che l’artista definisce come “non consumati dagli sguardi.” Spesso oggetti di collezionismo, Kronenberg interviene su di essi con inserimenti e trasformazioni che mettono in dialogo tempi distanti e in nessun caso raggiungibili tra loro. Attraverso operazioni come la torsione, l’occlusione, la sostituzione, la sovrapposizione, ma anche, all’opposto, mediante interventi lievi e temporanei, l’artista crea oggetti inaspettati dall’aspetto eccentrico, magnetico e al tempo stesso perturbante. La costruzione di una “grammatica combinatoria” è l’operazione alla base del suo lavoro: un linguaggio che opera sulla lenta sedimentazione di qualità evocative che gli oggetti possiedono di per sé e sulla successiva alterazione di quelle stesse qualità attraverso forme di intrusione. Questo rapporto tra gli oggetti e la realtà, per lo più ambiguo e sfuggente, costituisce una chiave d’accesso anche ai disegni, in cui l’immagine, sospesa in una dimensione astratta, dà vita a uno spazio senza riferimenti che sembra tradurre la presenza della figura in una specie di epifania o apparizione.

Tra le mostre personali: z2o Sara Zanin, Roma (2016, 2019 e 2022); Renata Fabbri, Milano (2017 e 2020); Quartz Studio, Torino (2020); Galleria Fuoricampo, Siena/Bruxelles (2014) e Studio Guenzani, Milano (2006, 2007 e 2012). Kronenberg ha esposto in mostre collettive in gallerie private e musei, tra cui: Museo Civico Villa La Rinchiostra, Massa (2021); Museo Diocesano, Foligno (2021); z2o Sara Zanin, Roma (2020); Renata Fabbri, Milano (2020); Museo Civico Medievale di Bologna (2020); Basilica Palladiana, Vicenza (2013); MACRO – Museo d’Arte Contemporanea, Roma (2012); Istituto Polacco di cultura, Roma (2012); Nomas Foundation, Roma (2012); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2011); Castello Colonna di Genazzano, Genazzano (2010); Peep-Hole, Milano (2009 e 2010); Museo D’Arte Contemporanea Lugano (2009); MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2007); Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone (2008); Arte all’Arte X, San Gimignano (2005); Viafarini, Milano (2004 e 2005) e Fondazione Antonio Ratti, Como (2003).

Il lavoro di Giovanni Kronenberg (Milano, 1974, vive e lavora a Milano) si compone prevalentemente di disegni e sculture: manufatti e reperti naturali insoliti o rari – rocce e pietre, minerali e cristalli preziosi, corna, ossa, pellicce, spugne marine e uova di struzzo – che l’artista definisce come “non consumati dagli sguardi.” Spesso oggetti di collezionismo, Kronenberg interviene su di essi con inserimenti e trasformazioni che mettono in dialogo tempi distanti e in nessun caso raggiungibili tra loro. Attraverso operazioni come la torsione, l’occlusione, la sostituzione, la sovrapposizione, ma anche, all’opposto, mediante interventi lievi e temporanei, l’artista crea oggetti inaspettati dall’aspetto eccentrico, magnetico e al tempo stesso perturbante. La costruzione di una “grammatica combinatoria” è l’operazione alla base del suo lavoro: un linguaggio che opera sulla lenta sedimentazione di qualità evocative che gli oggetti possiedono di per sé e sulla successiva alterazione di quelle stesse qualità attraverso forme di intrusione. Questo rapporto tra gli oggetti e la realtà, per lo più ambiguo e sfuggente, costituisce una chiave d’accesso anche ai disegni, in cui l’immagine, sospesa in una dimensione astratta, dà vita a uno spazio senza riferimenti che sembra tradurre la presenza della figura in una specie di epifania o apparizione.

Tra le mostre personali: z2o Sara Zanin, Roma (2016, 2019 e 2022); Renata Fabbri, Milano (2017 e 2020); Quartz Studio, Torino (2020); Galleria Fuoricampo, Siena/Bruxelles (2014) e Studio Guenzani, Milano (2006, 2007 e 2012). Kronenberg ha esposto in mostre collettive in gallerie private e musei, tra cui: Museo Civico Villa La Rinchiostra, Massa (2021); Museo Diocesano, Foligno (2021); z2o Sara Zanin, Roma (2020); Renata Fabbri, Milano (2020); Museo Civico Medievale di Bologna (2020); Basilica Palladiana, Vicenza (2013); MACRO – Museo d’Arte Contemporanea, Roma (2012); Istituto Polacco di cultura, Roma (2012); Nomas Foundation, Roma (2012); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2011); Castello Colonna di Genazzano, Genazzano (2010); Peep-Hole, Milano (2009 e 2010); Museo D’Arte Contemporanea Lugano (2009); MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2007); Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone (2008); Arte all’Arte X, San Gimignano (2005); Viafarini, Milano (2004 e 2005) e Fondazione Antonio Ratti, Como (2003).

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    Ph. Antonio Maniscalco
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