Riguardo la mostra

Renata Fabbri è lieta di annunciare Inchino, un progetto personale di Edoardo Manzoni che si inserisce nel programma di Sotto, la project room della galleria dedicata alla ricerca e all’esposizione di linguaggi artistici emergenti. Per l’occasione, l’artista presenta una serie di inediti lavori scultorei che indagano il concetto di ornamento come punto di incontro tra le convenzioni culturali umane e il mondo animale.

Attingendo dal contesto rurale a lui familiare, e dall’immaginario estetico ad esso (...) Read more

Renata Fabbri è lieta di annunciare Inchino, un progetto personale di Edoardo Manzoni che si inserisce nel programma di Sotto, la project room della galleria dedicata alla ricerca e all’esposizione di linguaggi artistici emergenti. Per l’occasione, l’artista presenta una serie di inediti lavori scultorei che indagano il concetto di ornamento come punto di incontro tra le convenzioni culturali umane e il mondo animale.

Attingendo dal contesto rurale a lui familiare, e dall’immaginario estetico ad esso legato, Manzoni sviluppa la propria ricerca spaziando fra scultura, pittura ed installazione. La sua recente produzione interroga i concetti di seduzione e violenza a partire dal rapporto che uomo e animale hanno instaurato attraverso la caccia e la complessa rete di strategie ingannevoli che essa presuppone. I suoi lavori esplorano il rapporto implicito tra preda e predatore, mettendone in luce la reversibilità dei ruoli in un gioco di riflessi e parallelismi che definisce l’interezza della sua pratica. Evocando trappole e strumenti di richiamo come allodoliere, gabbie, tagliole e fischietti, Manzoni da vita ad innocui dispositivi di cattura volti a mettere chi li osserva in guardia di fronte alla capacità dell’arte di porsi come tranello estetico e illusionistico. Mostrando così l’affinità fra la figura dell’artista, del cacciatore e del prestigiatore – ruoli accumunati da astuzia e fascinazione – le sue opere sembrano proiettarci in una battuta di caccia in cui logica e irrazionalità, istinto e ragione, si intrecciano in un linguaggio plastico ambiguo e latente.

Per Sotto, Manzoni progetta una serie di piccole sculture somiglianti ad uccelli esotici e realizzate attraverso l’assemblaggio di forme e materiali eterogenei. Presentato per la prima volta al pubblico, il corpus di lavori si articola a partire dallo studio delle tecniche di corteggiamento e dei meccanismi di selezione che regolano l’accoppiamento di alcune specie volatili. Tra gli stravaganti rituali messi in atto dal maschio per attrarre la compagna, troviamo infatti lo sfoggio del piumaggio, il canto e la danza: attributi legati a componenti estetiche e performative sulla base delle quali la femmina sceglie il proprio compagno. Prendendo ispirazione da questi bizzarri fenomeni all’origine della riproduzione della specie, Manzoni evidenzia come il senso del bello possa contrapporsi alla legge della lotta e al dominio del più forte, introducendo, nella sua ricerca, la tematica dell’ornamento quale elemento decorativo per definizione, senza fini pratici o funzionali.

Esplorando la nozione di ornamento nel regno animale quale forma primaria di difesa e seduzione, l’artista riflette sul bisogno primordiale dell’essere umano di generare oggetti che, oltre il loro valore d’uso, contribuiscono alla costruzione dell’identità e dello status sociale. Mimando le proprietà estetiche di questi curiosi volatili, ed enfatizzandone le componenti più peculiari, le opere presentate abitano lo spazio espositivo in una coreografia apparentemente statica, ma sempre sul punto di prendere forma.

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